Questa primavera, tra marzo e aprile, ho avuto la fortuna di poter incontrare 10 classi dell’Istituto Comprensivo di Porto Viro (RO).
Ad ogni incontro ho portato con me la mia valigetta verde piena di oggetti curiosi da scoprire. I bambini sono sempre impazienti di scoprirne il contenuto: barattoli che contengono cose strane, scatoline e bustine di carta, da cosa iniziare?
Come prima cosa inizio a raccontare chi sono e cosa faremo nelle prossime due ore. Spiego che mi chiamo Sara Michieli e faccio un lavoro strano, disegno i loro libri! Io e tanti altri illustratori (qualche bambino non conosce questa parola e la spiego) siamo le persone che disegnano i loro libri di lettura, di matematica, scienze ecc. Faccio questa premessa perchè ho notato che sembra sempre una rivelazione scoprire che dietro a quelle immagini c’è una persona. E poter conoscere una di quelle persone non è sempre così scontato.
Fatta questa piccola premessa, dico che tra le cose che amo più disegnare ci sono la natura, gli insetti, le piante, ed è proprio quello che andremo a fare assieme, osservare, scoprire e disegnare la natura che ci circonda.
Avvicianiamo i banchi in modo da poter stare tutti a cerchio e arriva finalmente il momento di aprire la valigetta del naturalista.
Qualcuno nota gli adesivi con gli insetti:
– Ci hai portato anche degli insetti? Ma sono vivi?”
– Ora lo scopriremo assieme!”
Quasi sempre inizio mostrando delle foto che ho scattato nel mio giardino, perchè il mio obiettivo è incuriosirli sopratutto verso gli animali e le piante che potranno vedere nell’immediato anche nel giardino di scuola. Parliamo di api selvatiche, di mimetismo mostrando ditteri che si fingono api, calabroni e vespe, di ragni granchio che mimetizzano sui fiori, della metamorfosi degli insetti.
Ma non li guardiamo solo in foto! Ho portato alcuni insetti morti (premettendo che tutti gli insetti che ho, li ho trovati già morti e che non dobbiamo ucciderli per metterli nelle nostre collezioni).
Dai contenitori nella valigetta tiro fuori un’ape legnaiola, uno scarabeo rinoceronte, diverse galle, nidi di insetti e altri piccoli oggetti da poter toccare, osservare e vedere con la lente. Tutti i bambini sono entusiasti, fanno domande, sono curiosi e attenti e io non potrei essere più felice di riuscire a fare apprezzare questi piccoli animali spesso disprezzati o ignorati.
Poi passiamo alle piante. Ad ogni incontro ho visto che tra le erbe che incuriosiscono di più c’è il Galium aparine chiamato volgarmente “attaccamani”. Come ci spiega il nome comune ha la proprietà di attaccarsi grazie ai peli presenti sulle foglie. Anche i frutti hanno la stessa proprietà in questo modo possono venir trasportati involontariamente lontano da uomini o animali permettendo alla pianta di diffondersi.
Poi scopriamo le “Orecchie di coniglio” (Plantago lanceolata), il Tarassaco, il Verbasco, la Falsa ortica e altre, sono tutte piante che i bimbi ammettono di aver visto oppure
– Questi li ho visti! Ce ne sono tanti a casa del nonno!”
Con la falsa ortica ho spesso chiesto:
– Questa è la falsa ortica perchè le sue foglie la ricordano ma non lo è. Avete mai visto l’ortica? Che cosa succede se la tocchiamo?”
In media in ogni classe di circa 20 bambini solo 3-4 hanno sperimentato l’ortica, e sanno che punge (o meglio è urticante). Pur non abitando in una grande città credo che i bimbi vivano poco la natura oppure la sperimentano in contesti che i genitori considerano “sicuri” dove la natura è ordinata e non c’è spazio per le “erbacce”.
A proposito di “erbacce” cerco di far capire che le erbacce non esistono. Che gli insetti che abbiamo visto prima hanno bisogno delle piante spontanee (ad esempio il macaone e il suo bruco su una foglia di carota selvatica) e viceversa le piante hanno bisogno degli insetti. In natura tutto è collegato ed è in equilibrio.
Passata questa prima ora di scoperta e curiosità che alla fine risulta sempre troppo corta (potrei parlare ore ai bimbi di questi argomenti) ci trasformiamo in illustratori naturalistici. Mostro prima il mio quaderno di osservazioni naturali e studi per far capire cosa faremo. La base del disegno è il saper osservare, se abbiamo davanti una foglia che forma ha? è ruvida o liscia? come sono le venature? Che colore? Osserviamola bene nei dettagli e senza fretta e proviamo a riprodurla su carta.
Ci tengo sempre a precisare che l’obiettivo non è far un disegno bellissimo, ma che ci divertiamo assieme, imparando qualcosa di nuovo dalla natura che disegneremo: non esistono disegni sbagliati o giusti, l’importante è avere pazienza e osservare e divertirsi!
Tra le cose che mi danno più soddisfazione sono quei bambini che partono dicendo:
– Io non riesco/è troppo difficile/non sono bravo/a!
Il fatto di “non essere bravi” lo dicono perchè spesso genitori (o altri adulti) glielo hanno fatto credere, ammettendo loro stessi di non essere capaci perchè non hanno il “dono” del disegno. Nello sport o nella musica è accettato che serva un percorso per arrivare a certi risultati, mentre la capacità di disegnare è considerata qualcosa che si ha o non si ha. Tutti in realtà siamo in grado di disegnare, non esiste non essere “portati”, è una delle cose che cerco sempre di sottolineare.
A questi bambini mi avvicino e dico per esempio:
– Va bene, la tua pianta forse è un po’ complicata ma proviamo a partire dallo “scheletro”, iniziamo dal gambo, quanto è lungo? Misuriamolo sul foglio e proviamo a disegnarlo… bene poi ci sono questi sottili rametti alternati, vedi uno da un lato e dall’altro… sono tanti aggiungiamoli! Ed ora abbiamo quasi finito ognuno di questi rametti termina con una specie di cuoricino non ti sembra? (la pianta era una “borsa pastore” Capsella bursa-pastoris)
Riesce a terminare il disegno con grande soddisfazione sua e anche mia!
Tutti si divertono, osservano con le lenti le piccole venature delle foglie, i licheni, cercano di riprodurre il verde di una foglia… sono entrati nel vero spirito dell’illustratore naturalistico fatto di disegno ed esplorazione.
Con alcune classi poi, prima che passassero a sfalciare il prato, siamo usciti in giardino e che stupore scoprire che quelle erbe che avevamo appena finito di disegnare erano proprio lì vicine a noi!
Durante questo mese, quando tornavo a scuola qualche bambino che mi incrociava nei corridoi o a ricreazione mi diceva:
– Sara sai che ieri ho visto un insetto grande in giardino?
– Sai che l’altro giorno dai nonni ho visto la pianta che ci avevi portato e anche degli insetti!!
Gli incontri si chiudono con abbracci, saluti e ringraziamenti
– Ci siamo divertiti tantissimo! Torni anche la prossima settimana?
Ad ogni classe ho lasciato un ricordo, una piccola stampa con un mio disegno e dedica e un pensiero che in parte spero sia passato che le erbe spontanee non sono erbacce ma fonte di vita importantissima!
Sono stati giorni meravigliosi, so che purtroppo nella scuola ci sono tante problematiche, alcune di cui ho letto e sicuramente tante che non conosco. Ma chi insegna e ha la possibilità di aver un contatto con tutte queste anime diverse, curiose, piene di entusiasmo, vita e potenziale, che in questi giorni mi hanno abbracciato, commosso, divertito e accolto, ha veramente una fortuna immensa e preziosissima.
Non potrei essere più contenta di questa esperienza e di tutto quello che ho imparato. La mia più viva gratitudine va alle maestre e maestri che mi sono stati accanto in questo progetto e hanno condiviso con me i laboratori.
Spero di aver piantato un piccolo seme da poter accudire con costanza anche negli anni a venire!
Alcune foto di gruppo dei disegni realizzati dalle classi.