Sabato 1 Ottobre e Domenica 2 Ottobre il Tarassaco ha avuto il piacere e l’onore di essere ospite dell’edizione 2022 del Festival Tensioni, tenutosi presso il CenSer di Rovigo. Ideato nel 2019 dallo staff de La fabbrica dello zucchero, startup rodigina che ha come obiettivo favorire lo sviluppo artistico, culturale ed economico della città, il Festival multidisciplinare rappresenta un’occasione di incontro e di dialogo sul presente. Il tema di quest’anno, ovvero “Geografia delle relazioni”, ha avuto come focus la condizione del nostro ecosistema e le problematiche che lo stanno affliggendo negli ultimi decenni, dalla crisi climatica, alle catastrofi ambientali, fino all’aumento dell’inquinamento e la riduzione della biodiversità. Il Tarassaco, che nasce come un’organizzazione di cittadini per la tutela della salute e dell’ambiente, ha potuto incontrare diverse realtà del territorio, e presentare il progetto “Centoboschi”. Tra queste: il gruppo Emergency di Rovigo; Lav Rovigo, impegnato nella difesa dei diritti degli animali; Slow Food Rovigo, associazione no profit per la valorizzazione del cibo nel rispetto dell’ambiente e di chi lo produce; Plastic Free Rovigo; Legambiente Adria. Notevole il supporto “dietro le quinte” degli studenti liceali e dell’Istituto alberghiero in sala.
Il Tarassaco, forte del proposito di rimboschire un territorio sempre più spoglio e piagato dalla cementificazione, ha messo a disposizione numerose piante che il pubblico ha potuto adottare, partecipando attivamente alla creazione dei “Centoboschi”, le oasi di biodiversità. Ottima la partecipazione più di trenta gli alberi adottati, che saranno censiti e monitorati nel loro accrescimento.
Il programma del Festival, estremamente variegato e nutrito, ha permesso di dare voce a iniziative diversificate ma accomunate tutte dalla stessa finalità: promuovere il confronto, lo scambio di idee e proposte per valorizzare, riflettere e salvaguardare l’ambiente che ci circonda, oltre che sollecitare una maggiore presa di coscienza sul rapporto fra uomo e natura, fra ecosistemi naturali e artificiali. Tra gli eventi promossi, la proiezione del documentario “Home: la nostra terra” diretto nel 2009 dal giornalista ed attivista Yann Arthus-Bertrand. La pellicola analizza come lo sfruttamento progressivo e inarrestabile delle risorse del pianeta da parte dell’uomo ne abbia irrimediabilmente cambiato i connotati, portando alle conseguenze drammatiche che già stiamo vivendo. Altro momento di particolare rilevanza è stato rappresentato dall’incontro con Gianumberto Accinelli, entomologo e scrittore che ha spiegato la fitta l’interconnessione fra tutti gli esseri viventi, anche quelli più piccoli e quasi invisibili. Interessante e prezioso l’intervento, nella seconda giornata, di Franco La Cecla, antropologo culturale e architetto italiano, che ha affrontato la nota dolente del “Greenwashing”. Con questo termine si indica l’ecologismo di facciata, ovvero la tendenza di aziende e multinazionali di mettere in atto strategie di comunicazione volte a dare un’idea sostenibile di sé, senza avviare un vero programma per ridurre il proprio impatto ambientale e gli effetti negativi della propria attività produttiva.
Tutto il festival è stato caratterizzato da manifestazioni artistiche che hanno spaziato dalle performance di danza della compagnia coreana Park Na Hoo e della campana Borderline Danza, fino al teatro punk di Babilonia Teatri. La sinergia di forme espressive è una caratteristica tipica del Festival, che vuole promuovere diverse modalità di comunicare e denunciare un sistema basato sullo sfruttamento, l’iper-consumismo e la perdita della simbiosi fra esseri umani e natura.
Con l’occasione, si vuole ringraziare lo Staff della Fabbrica dello zucchero per aver dato al Tarassaco l’opportunità di prendere parte a un evento di tale spessore. L’augurio è quello di sensibilizzare quante più persone possibili e dare testimonianza circa la necessità di cambiamento delle politiche del mondo, partendo dal basso. La natura ci insegna che non esitono barriere e confini. Sogniamo un mondo di pace e davvero sostenibile.