Aiutare gli uccelli selvatici – Il giardino selvatico

Il giardino selvatico

Abbiamo pensato di iniziare una serie post con consigli e accorgimenti utili per aiutare gli animali selvatici durante i mesi più freddi. Iniziamo su come predisporre un “giardino selvatico“.  

Prima di entrare nel vivo dell’argomento però è necessario fare una premessa. Nel corso dei secoli l’uomo ha modificato e spesso alterato, in modo irrimediabile, l’ambiente naturale. I primi insediamenti abitativi nel tempo sono diventati paesi, città, metropoli. Purtroppo, tra le caratteristiche negative della civiltà moderna troviamo l’asfalto delle strade e il calcestruzzo degli edifici in genere; questo ha fatto sì che il verde in città sia sempre meno presente. Inoltre l’attività di disboscamento eseguita delle campagne per dare spazio all’agricoltura intensiva, l’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, rende l’ambiente naturale sempre più invivibile per flora, fauna e per l’uomo stesso.

All’interno di una rivoluzione basata da uno sconsiderato prelievo e abuso della natura, giustificato soltanto da profitti calcolati su tempi brevi (la legge del mercato) e da ignoranza, sta prendendo piede una nuova rivoluzione è cioè la comprensione che i danni sui tempi lunghi poi penalizzano tutti, uomini per primi.

GLI ANIMALI DOMESTICI E L’INDUSTRIA DEI “PET”

Dopo gli anni del boom economico ed edilizio dei decenni scorsi, si sta riscoprendo oggi la natura e sempre maggiore è la coscienza dei danni inflitti ad essa, ma non sempre si vede dalla giusta angolazione la nostra “voglia di natura e amore per gli animali”.  Di conseguenza, nei centri abitati e nelle nostre case, trovano collocazione sempre più spesso piante e animali quali cani, gatti, criceti, canarini, pesci, rettili, furetti, ecc. Velocemente i nostri “amici” animali domestici, ottengono un posto nella nostra famiglia e a tutti gli effetti diventando membri di essa tanto da essere il fulcro dell’industria dei prodotti e dei servizi che ruotano attorno ad essi, con fatturati che in Italia, senza conteggiare le spese veterinarie,  superano la soglia dei 2.000.000.000 di euro all’anno.

In base al Report Assalco-Zoomark 2020, elaborato in collaborazione con IRI – Information Resources, si stima che in Italia nel 2019 siano presenti 60,27 milioni di animali d’affezione, confermando, così, un rapporto di 1 a 1 tra gli animali da compagnia e la popolazione residente in Italia (secondo l’Istat 60,32 milioni di individui). I pesci sono gli animali da compagnia più presenti in Italia (29,9 milioni esemplari), seguono gli uccelli (12,9 milioni), i gatti (7,3 milioni), i cani (7 milioni), i piccoli mammiferi (1,8 milioni) e rettili (1,4 milioni).

Non sempre, però, la nostra voglia di natura e amore per gli animali  può essere soddisfatta con il possesso di un cane, di un gatto o di un canarino, perché le nostre abitazioni sono piccole o il nostro lavoro ci porta parecchio tempo fuori casa. Inoltre è inutile nascondere che il giro d’affari milionario che ruota attorno all’industria dei pet contribuisce a “remare contro” e non “a favore” di tutte le azioni volte alla salvaguardia dell’ambiente.

Il giardino selvatico - cardellini su cardo

GLI UCCELLI SELVATICI

Ecco che allora sensibilizzare l’attenzione sulle suddette argomentazioni e orientare le persone nel dare aiuto verso quegli animali che, pur vivendo liberi, hanno scelto l’uomo come vicino di casa è una scelta giusta che in parte compensa gli squilibri “nascosti” provocati dal possesso di un animale domestico.

Le nostre città infatti, pur essendo ricoperte di asfalto e cemento, sono state scelte come sede abitativa da molti animali e nello specifico da molteplici specie di uccelli che, abbandonate le campagne a causa dell’agricoltura intensiva e della presenza dei cacciatori, riescono a convivere giornalmente con i rumori e con il traffico. In città, inoltre, mancano non solo i cacciatori, ma anche i predatori naturali. Questo esercito di volatili che invade giornalmente le nostre città viene osservato con un binocolo dagli appassionati del birdwatching o cercando di farli avvicinare il più possibile a noi offrendo loro cibo, sicurezza e tranquillità dagli appassionati del birdgardening (hobby che unisce il giardinaggio all’amore per gli uccelli). 

Si tratta infatti di richiamare gli uccelli selvatici nei nostri giardini  o sui nostri poggioli per poterli osservare e per poter usufruire della loro piacevole compagnia offrendo loro cibo e rifugi tranquilli dove riposare e magari anche riprodursi. Se saremo sufficientemente accorti e pazienti avremo certamente piacere delle loro visite quotidiane, non solo sulle eventuali mangiatoie che avremo costruito o acquistato, ma soprattutto grazie alle piante che avremo collocato in giardino; con il tempo, inoltre, si assisterà annualmente alla riproduzione che non tarderà ad arrivare all’interno dei nidi artificiali messi a disposizione.

La premessa indispensabile per riuscire ad attirare gli uccelli si chiama sicurezza.

Se il giardino è frequentato anche dai nostri bambini, sarà importante insegnare loro ad osservare i piccoli abitanti che vogliamo ospitare senza disturbarli, e insegnando a riconoscerli e averne rispetto.  L’osservazione della natura è un’attività che può contribuire a formare adulti più consapevoli ma è importante definire le giuste regole e i comportamenti corretti da tenere rispetto alla fauna selvatica.

Per quanto riguarda i nostri animali domestici teniamo in considerazione dell’istinto predatorio di cani e gatti. Questo istinto alla caccia ha un reale impatto sulla biodiversità che invece noi vorremmo aiutare. 


GRANIVORI E INSETTIVORI

Una prima macro divisione che bisogna conoscere è quella che esistono degli uccelli che si nutrono di insetti (insettivori) e uccelli che si nutrono di semi (granivori). In linea generale la forma del becco indica il regime alimentare degli uccelli 

Il giardino selvatico - insetti granivori e insettivori

Il giardino "selvatico"

Tenendo conto delle suddette caratteristiche alimentari ci accingiamo a progettare il nostro giardino considerando che per essere adatto deve possedere quattro elementi fondamentali:

  1. Uno spazio piantumato con piante ad alto fusto, arbusti e siepi, composto da essenze autoctone che oltre ad essere molto più adatte al clima con il paesaggio e sono molto più gradite dagli uccelli. Per le siepi l’ideale sarebbe non potarle in maniera sistematica ma andrebbero lasciate crescere in “modo selvatico” in maniera alternata così da rompere la monotonia della siepe e nello stesso tempo lasciare che le stesse producano, fiori, frutti e bacche. Le siepi plurispecie attireranno fringuellidi, ghiotti di semi e bacche caduti a terra, e anche uccelli insettivori (pettirosso, scricciolo, ecc…) che andranno alla ricerca di vermi e insetti presenti nelle foglie in decomposizione, nonché, tra i rami della siepe troveranno riparo merli, tordi, cinciarella, cinciallegra, ecc 
    Tra le piante da siepe ideali si annoverano ad esempio: biancospino, ligustro, frangola, spincervino e acero campestre. L’ideale per gli uccelli è lasciare crescere felci, fiori selvatici o edera affinché il cibo sia abbondante anche d’inverno. Così facendo, alla base della siepe, si accumuleranno foglie morte dove gli uccelli troveranno facilmente vermi e insetti vari che vi si annidano e anche semi.  Sempre durante l’inverno tra i rami della siepe gli uccelli troveranno riparo.
    Molto importante risulta mettere a dimora arbusti sempreverdi per incrementare i punti di riparo per gli uccelli durante l’inverno e a tal proposito, per la sua robustezza, si annovera il rododendro.
    Come alberi ad alto fusto sono da preferire specie autoctone con velocità di crescita diversa. Per esempio quercia e tiglio sono a crescita lenta mentre frassino e olmo crescono molto più velocemente. Gli alberi oltre ad essere i futuri supporti per i nidi artificiali, offriranno riparo con le chiome ad una molteplicità di insetti e piccoli invertebrati.
  2. Un prato formato da erbe selvatiche, sfalciato non sistematicamente, in maniera disomogenea (ideale è lasciare l’erba alta attorno ai fusti degli alberi) e solo dopo l’avvenuta produzione dei semi da parte delle erbe spontanee (che impareremo a non chiamare “erbacce”). Dovremo iniziare quindi ad accogliere un nuovo ideale di giardino. Non più prati perfetti “all’inglese”, solitamente considerati belli perché soddisfano un certo bisogno di ordine. Giardini più “selvatici”, ricchi di piante spontanee e quindi di insetti.
  3. Un recipiente dove dissetarsi, magari con delle pietre al centro per evitare che gli uccelli vi cadano dentro bevendo. L’acqua andrà cambiata di frequente in modo che sia sempre pulita.
  4. Bandire l’uso di qualsiasi fitofarmaco, diserbante e concime di sintesi chimica;

Organizzare gli spazi

Se lo spazio che metteremo a disposizione degli uccelli selvatici è un terreno questo dovrà essere composto da:

  1. Prato incolto nei limiti definiti da eventuali ordinanze sindacali volte al contenimento delle zanzare portatrici di malattie che mettono in pericolo la salute pubblica (west nile);
  2. Siepi plurispecie autoctone (biancospino, nocciolo, ligustro, ecc.) collocate parzialmente o totalmente lungo il perimetro del terreno avendo l’accortezza di piantumarle secondo le distanze e altezze previste dall’art. 892 del codice civile. ;
  3. Arbusti plurispecie autoctone (gelso, corbezzolo, agrifoglio, caprifoglio, cotognastro, crespino, ginepro, ecc.) a cui aggiungere dei sempreverdi che offrono riparo d’inverno (rododendro, ecc.), piantumati anche questi secondo le regole previste dall’art. 892 del codice civile;
  4. Alberi a crescita lenta autoctoni (quercia, tiglio, frassino, olmo, ecc.) e alberi a crescita più veloce (faggio, frassino, ontano, nocciolo, pioppo nero, tasso ecc.), che dovranno sottostare a quanto previsto dall’art. 892, 893, 894, 895 e 896 del codice civile. 

Bibliografia
Gismondi E., Ravazzi G, – Offro riparo e cibo agli uccelli – De Vecchi Editore

Sitografia
www.cribis.com/it/approfondimenti/animali-un-settore-in-forte-sviluppo-che-non-conosce-crisi/

ARTICOLO SCRITTO E CURATO DA:

Michele Turato

MICHELE TURATO Componente del direttivo dell’Associazione “il Tarassaco”, grande conoscitore degli insetti pronubi, della fauna ittica e delle tartarughe palustri. È apicoltore per passione e alleva amatorialmente tartarughe in via di estinzione. È sposato e ha due figli ai quali cerca di trasmettere l’amore per la natura a partire dal birdgarden, che svolge con costanza e passione. 

Sara Michieli

SARA MICHIELI Laureata all’Accademia di Belle Arti di Venezia in Pittura, si occupa di illustrazione per l’infanzia e grafica dal 2010. Ha lavorato per: Rizzoli Education, Edizioni Erickson, Giunti Scuola, Pearson Italia, Barilla, Danone e altri.
Appassionata di natura, in particolare insetti e piante spontanee, una passione che cerca di veicolare con le proprie illustrazioni