Monitoraggio
La Storia del Bosco
L’insediamento di Pontecchio è riconducibile all’anno 1000, ad opera dei Romani. Tale asserzione si fonda sull’antichità del nome “Ponticulus” (ponticello di attraversamento del fiume Tartaro per lo storico Bocchi) e sul fatto che fino al secolo XVI sarebbero esistiti i cosiddetti “Saltus”: aree boscate avanzi della dominazione romana. Solitamente il “saltus” veniva dato in affitto a lunga scadenza ad un conduttore, il quale poi lo distribuiva a propria volta a vari agricoltori in appezzamenti più o meno grandi. A Pontecchio i “Saltus” durarono fino ed oltre il secolo XVI. Similmente e di non minor rilevanza l’esistenza di “fondi”, grandi poderi bonificati e sottratti alla boscaglia, pure essi concessi in cambio della partecipazione al servizio militare in tempo di guerra. I popoli di queste zone seppero contraddistinguersi per un rapporto costante con la natura, meticoloso, atto al sacrificio; scandito dalla gestione delle acque, di contrasto alle avversità atmosferiche ma anche da sperimentazioni gravide di ingegno.
Tutti gli storici polesani e ferraresi sono concordi nel sostenere come anticamente a Pontecchio Polesine esistesse un castello, probabilmente eretto intorno all’anno 1140 dagli Estensi nell’epoca delle fortificazioni tra cui la più nota è Castelguglielmo. L’attribuzione certa dell’opera non è dato sapersi a causa dell’incendio del Municipio avvenuto nel 1809 e del relativo archivio contenente documenti di alto valore storico: in quell’epoca i tafferugli furono la parentesi rabbiosa che il popolo di queste terre seppe opporre al dispotismo napoleonico reo di veri e propri saccheggi di beni e di un odioso dispotismo. I francesi, alle insurrezioni dei contadini di Crespino, Occhiobello, Grignano e Pontecchio risposero imprigionando e fucilando.
Oltre il Castello, in località Passo, nei pressi quindi del nostro bosco, esistevano sul Canalbianco due forti bastioni costruiti dagli Estensi. I bastioni erano opere di fortificazione in muratura o terrapieno rivestite da pietre o mattoni per lo più a pianta pentagonale con salienti esterni ad angolo acuto o semicircolare e con tratti rientranti detti “cortine”. Tanto sui salienti quanto sulle cortine si collocavano cannoni destinati a controbattere le batterie di assedio. Intorno ai bastioni e forti del Polesine costruiti sul Canalbianco a Pontecchio, Arquà e Castelguglielmo, scrive il Bocchi: “erano piccoli luoghi; ma a tenervi sussidi a togliere le comunicazioni dei nemici opportunissimi, specialmente quelli di Pontecchio, che erano stati fatti di recente dal duca, con terra e legname e muniti di forti spalti e fosse profonde”. Aggiunge il Bocchi a proposito del luogo dove sorgevano i bastioni: “ era passo molto importante per la grossa acqua che vi correva” .
I bastioni di Pontecchio caddero in mano dei Veneziani il 17 luglio 1482. Non si conosce esattamente il momento della loro demolizione: certamente quando i Veneziani maturarono la certezza d’essere padroni del Polesine. Per il passaggio del Canalbianco servì sempre il “Passo” fino al 1858, anno in cui fu costruito il ponte di ferro, poi demolito nel 1945 per ragioni belliche. L’ attuale ponte eseguito dal Genio Civile di Rovigo, in sostituzione di un altro provvisorio posto dagli Inglesi, fu collaudato nell’estate del 1962.
Fonti: Sacerdote Aniceto Montaccini, Memorie Storiche di Pontecchio Polesine
Il Bosco del Passo insiste su una superficie complessiva di 6.000 metri circa, nella lingua di terra delimitata dal Canalbianco a nord ed il Collettore padano a sud. Quest’ultimo, detto anche “Scolon”, fu opera di ingegneria idraulica con la funzione di scolare tutte le acque dei Consorzi della Provincia di Rovigo, padane e polesane, tenendole distinte dalle acque delle valli veronesi ed ostigliesi, che continuarono il loro percorso a mare attraverso il Canalbianco. Progetto di Filippo Lanciani, ingegnere idraulico del Genio Civile di Ravenna, i lavori iniziarono il 7 giugno 1895 furono ultimati nel 1901.
Il bosco in questione ha età ventennale. Il suo impianto fu opera dell’allora proprietario del fondo che voleva distinguere la sua attività dal modello agricolo prevalente. Egli realizzò personalmente l’impianto utilizzando principalmente essenze da legno: Frassino e Noce. Recentemente, la nostra amica e simpatizzante Marina, persona mossa da innata sensibilità ambientale, saputo dell’intenzione del proprietario di vendere il bosco lo ha rilevato per garantirgli le migliori cure con impegno e dedizione.
Il bosco del Passo è sito in una località all’interno di un’ ”autostrada” verde con importanti potenzialità ambientali, essendo nei fatti (anche se non riconosciuto) un corridoio ecologico di valore naturalistico. I toponimi delle località limitrofe (Bosco del Monaco, Selva di Crespino, Fienil del Turco) richiamano una storia silvestre che merita d’essere recuperata.
fonti: Catalogo Generale Beni Culturali. La Bonifica tra Canalbianco e Po, ed. Minelliana
Gallery del bosco
Scheda
Località
Passo, Pontecchio Polesine (RO)
Inizio
Autunno 2000
Superficie
6.500 mq su proprietà privata
Partecipanti
3
Arnia
0
Casetta per insetti
0
Casetta per pipistrelli
0
Casetta per uccelli
0
Specie arboree
Frassino (fraxinius oxycarpa)
Farnia (quercus robur)
Noce
Salice bianco (salix alba)
Acero Campestre (acer campestre)
Carpino bianco (carpinus betulus)
Nocciolo (corylus avellana)
Sambuco (sambucus nigra)