Il Bosco del “Meandro”

Il progetto

Il bosco del Meandro, sito a Pettorazza Grimani (RO), è un punto di forza dell’associazione rappresentandone il punto di partenza operativa.

Si tratta di un bosco diffuso che segue il perimetro del paleoalveo dell’Adige, su cui tuttora resiste uno strodo di campagna (v. la storia del bosco). Desideriamo recuperare questo percorso per donare una traccia viva alla memoria delle generazioni future a cui va la nostra opera.

A partire dal 2021 attorno al Meandro si sono sviluppati 5 boschetti su fondi privati facendo della loro piantumazioni il volano di una riscoperta sociale e culturaleAd oggi i volontari del Tarassaco contribuiscono alla manutenzione e sovraintendono alla gestione.

La locandina dell’ultimo evento realizzato

Schede del bosco

BOSCO DEL MEANDRO

1

Iniziato il 

10 marzo 2021

Dimensione:

5.600 mq

BOSCO DEL MEANDRO

2

Iniziato il 

12 dic. 2022

Dimensione:

2.700 mq

BOSCO DEL MEANDRO

3

Iniziato il 

26 feb. 2022

Dimensione:

3.400 mq

BOSCO DEL MEANDRO

4

Iniziato il 

22 ott. 2022

Dimensione:

14.200 mq

BOSCO DEL MEANDRO

5

Iniziato il 

17 nov. 2024

Dimensione:

4000 mq

La Storia del Bosco

Correva l’anno 1678, quando a seguito di gravi disordini idraulici dell’Adige, “fu istituito il Magistrato alle Acque all’Adige,[che] impose un indirizzo più razionale ed organico alla sistemazione idraulica del corso d’acqua” (Miliani, 1937).

Il grande fiume non la smetteva di fuoriuscire dal suo alveo naturale: tanto provvisorio quanto faticosamente guadagnato. Ben otto, furono le rovinose rotte sulla destra della Volta Pettorazza tra il 1654 ed il 1772, lasciando dietro di loro un carico immane di morte, pestilenze e distruzioni di colture sgangherate. Inermi gli abitanti si rivolgevano alla Madonna chiedendo la grazia per avere loro salvi i raccolti e la vita. 

L’icona sacra della Vergine delle Grazie era stata qualche anno addietro posta nel 1519, sul pilastro di confine tra le giurisdizioni parrocchiali di Agna (per Pettorazza Papafava, in sinistra fiume) e Cavarzere (per Pettorazza Grimani, in destra fiume), come atto di pacificazione delle numerose discordie tra le fazioni Padovane e Veneziane (Mozzato,1985). Per essere infine trasferita in epoca settecentesca, post rettifica, nel Santuario di nuova costruzione.

Ancorché i santi fu però la scienza ad alleviare i problemi. “La giravolta della Pettorazza Papafava, come osservò il Lorgna, e prima di lui molti altri celebb. Matematici, è la più perniciosa, che v’abbia in tutto l’alveo dell’Adige inferiore. Forma quasi un circolo completo, la cui circonferenza è uguale a tre miglia, e la corda, o sia il dirizzagno, circa mezzo miglio. Essa dunque andrebbe certamente tagliata”, riportava il Belloni nel 1774. Si decise dunque per il taglio del meandro che iniziarono nel 1782 e terminato nel 1783 (Paleocapa, 1859). 

Le operazioni mobilitarono centinaia e centinaia di manovali, giunti da altre contrade della Serenissima, che a colpi di badile operarono la più imponente opera di rettifica che l’Adige avesse mai conosciuto. Molti operai non fecero più ritorno a casa e s’insediarono a Pettorazza mettendo su famiglia. Da allora Pettorazza acquisì un aspetto nuovo: il territorio già dei carraresi, oggi di competenza della Parrocchia di Pettorazza Papafava, ubicato a sinistra del fiume poiché racchiuso nel meandro finì per essere inglobato ai possedimenti di San Giovanni , appartenenti ai Veneziani e in particolare ai Grimani che hanno dato il nome al comune. Si narra che sulla sponda sinistra del fiume, sul confine fra il territorio Padovano e Veneziano, sorgesse una torre grande e goffa, da cui l’accrescitivo di “torrazza”, le terre circostanti situate “ai piedi della torrazza” vennero allora denominate di “Petorrazza” (dal dialetto “piè déa toràssa”).

Le carte catastali antecedenti il 1782 (anno dell’intervento di rettifica della volta dell’Adige ad opera della Repubblica Veneta) riportano infatti il toponimo di “Petorrazza” con una “t” e due “r” e solo agli inizi dell’Ottocento il nome muta in “Pettorazza”. Prima del ‘400 il territorio ubicato a destra dell’Adige veniva chiamato con il nome di San Giovanni e attorno al 1600 assunse il toponimo di Cà Grimani, desunto dalla villa che la celebre famiglia veneziana fece edificare in prossimità del fiume, la denominazione attuale gli è pervenuta nel XVI secolo quando fu costruita la chiesa di S. Salvatore, poi demolita nel 1889. 

Ad oggi ancora non ci è dato saper dove si trovasse la Torazza di romana memoria probabilmente costruita nell’intersezione tra l’Adige e la via Annia, in compenso la Madonna continuò ad essere prodiga di grazie facendo del suo Santuario un luogo di culto tra i più rinomati del Polesine.

Per un approfondimento del contesto paleogeografico consigliamo di leggere la ricerca della Dott.ssa Silvia Piovan (link).

FONTI:

  • C. L. Pollini, Pettorazza Storia del territorio del suo fiume e del Santuario, Editrice Nuova Scintilla, 2017
  • S. Piovan, Studio paleogegrafico presso Pettorazza Grimani (Rovigo), Quaderni del Dottorato, Università di Padova, Dipartimento di Geografia, 2007.
  • I. Piva, (a cura di), Madonna delle Grazie di Papafava. 500 anni di storia (1519-2019), Tipografia Tiengo, 2019

Le piante del bosco

  • Acero campestre (Acer campestre)
  • Azzeruolo (Crataegus azarolus)
  • Bagolaro (Celtis australis)
  • Cerro (Quercus cerris)
  • Faggio (Fagus)
  • Farnia (Quercus robur)
  • Frassino Maggiore (Fraxinus excelsior)
  • Frassino Ossifillo (Fraxinus angustifolia)
  • Gelso (Morus nigra)
  • Leccio (Quercus ilex)
  • Ligustro (Ligustrum)
  • Nocciolo (Corylus avellana)
  • Ontano (Alnus)
  • Platano (Platanus)
  • Salice (Salix alba ‘Vitellina’)
  • Sambuco (Sambucus nigra)
  • Tiglio (Tilia cordata)
  • Carpino Bianco (Carpinus betulus)
  • Frangola (Rhamnus frangula)
  • Fusaggine (Euonymus europeaus)
  • Corniolo (Cornus mas)
  • Sanguinella (Cornus sanguinea)
  • Biancospino (Crataegus monogyna)
  • Olmo (Ulmus minor)

Aggiornamenti

Il Bosco del Meandro – 5

Un altro tassello di un rimboschimento diffuso Bosco del Meandro! A due passi dal complesso rurale Villa Grimani, su un superficie di 4000 mq, i volontari del “Il Tarassaco domenica 17 novembre, hanno realizzato una piccola formazione boscata racchiusa in una siepe plurispecifica. Ossigeno per la comunità!

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Festa dei bambini

A Pettorazza Grimani abbiamo organizzato la “Festa dei bambini” che ha visto la partecipazione di un numeroso gruppo di grandi e piccoli.

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Il bosco del Meandro cresce

A due passi dal fiume Adige e dal complesso rurale Corte Grimani, in quel di Pettorazza Grimani, sabato 22 ottobre 2022 l’Associazione Il Tarassaco ha radunato una trentina di volontari delle Associazioni del territorio.

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Dove si trova il bosco

PROPOSTA PROGETTUALE

Lo strodo di Volta Grimana

Recupero paesaggistico-ambientale del percorso del vecchio Adige ante rettifica veneta (1782-1784), a funzione ciclo-pedonale.

La nostra associazione propone la valorizzazione e il recupero d’un percorso storico d’alta valenza testimoniale, paesistico-culturale: per tali ragioni la sua conservazione e riqualificazione costituisce opera di rilevanza strategica nella conservazione della memoria territoriale e comunitaria del sito di Pettorazza Grimani (Rovigo) nel suo complesso.